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Trento 7 settembre 2006
TUTELARE IL LAGO DI MOLVENO DA ULTERIORI PRELIEVI IDRICI
Interrogazione a risposta scritta presentata da Roberto Bombarda
consigliere provinciale dei Verdi e Democratici per L’Unione

Il lago di Molveno descritto in tutti i siti web di promozione turistica, sia quelli istituzionali che quelli delle strutture ricettive private, come “perla naturale”, “specchio d’acqua incontaminato”, “limpido specchio d’acqua”, “il più grande lago alpino di origine naturale” e, attingendo alla poesia, quale “preziosa perla in più prezioso scrigno” sta per essere sacrificato per l’innevamento delle piste da sci della Paganella.

Il bene più prezioso della comunità di Molveno, il Lago, sul quale ha impostato tutta la sua ricchezza derivante dall’economia turistica, sta per subire un colpo senza precedenti dopo la sciagurata decisione degli anni ’50 di sfruttarlo per la produzione di energia elettrica: le acque del lago subiranno, proprio nel periodo di minima per lo sfruttamento di Enel, una ulteriore diminuzione per soddisfare le necessità di innevamento artificiale.

Da anni la comunità di Molveno è impegnata per rivedere gli accordi con Enel per arrivare ad una capienza del Lago più rispettosa dell’aspetto paesaggistico e ambientale della località.

Negli anni ’90 per una felice intuizione della Provincia autonoma di Trento sono stati eseguiti i lavori di rimodellamento delle rive del Lago e creata quella che oggi è una delle più belle spiagge del Trentino, è stata demolita la diga di Nembia ed eseguiti lavori di recupero ambientale sul territorio di S.Lorenzo in Banale. Contestualmente è stato rivisto l’accordo con Enel per garantire una maggiore portata delle acque del Lago nel periodo relativo alla stagione estiva.

Tale progetto ha rilanciato la stazione turistica, ad essa sono seguiti gli interventi di rinnovamento delle strutture ricettive e l’appeal della località per il periodo estivo ha avuto sicuramente un forte aumento. Rimane il problema del restante periodo dell’anno dove il lago rimane sacrificato alle esigenze di produzione idroelettrica, che comportano l’abbassamento del suo livello fino a quota 780 (meno 45 m rispetto al livello massimo e meno 42,5 m rispetto alla quota media), quota che produce un effetto deleterio di carattere lunare sull’immagine della località e sulla sua proponibilità come destinazione turistica.

In questa situazione è stato sottoposto al Consiglio comunale il rilascio di una deroga urbanistica per realizzare delle opere difformi dalle previsioni del PRG, in particolare: un manufatto di 3 piani per contenere le pompe di sollevamento, la posa di condotte sul Lago di diametro consistente, la posa di una zattera di 25 mq sul Lago, distante più di 80 ml dalla riva, la realizzazione dei lavori di interramento della condotta dal realizzando fabbricato fino a Pian Dosson a 1500 mslm circa. Tutti lavori che gli studi ci dicono minimali, nascosti dalla vegetazione, mascherati, di minimo impatto, silenziosi, ecc..nulla viene detto però sul Lago, dal quale si preleveranno 210.032 mc d’acqua e sull’immagine che esso riflette della destinazione turistica.

Il progetto odierno nasce da un procedimento amministrativo alquanto curioso e soprattutto discutibile: la società Paganella 2001 SpA viene autorizzata in sede di VIA in data 30.5.2003 all’allargamento del bacino sciistico, che viene portato da 62 ha a 77 ha. Il progetto non prevedeva l’innevamento artificiale delle piste che era stato stralciato dalla stessa società (in tempi diversi soluzioni alternative, quali 2 bacini artificiali in un primo tempo e poi 5 serbatoi interrati).

In data 15 marzo 2005 la società richiede il VIA per la realizzazione di un invaso da 40.000 mc a Cima Roda (c.c. Fai della Paganella) alimentato con derivazioni da concessioni già in atto, compresa quella del supero dell’acquedotto potabile. Il Comitato per l’Ambiente con decisione dd. 13 luglio 2005, valuta positivamente la realizzazione dell’invaso e per quanto riguarda l’acqua recita “considerata la necessità di incrementare il ricorso all’innevamento programmato e la necessità di svincolare l’acquedotto di Andalo dal prelievo finalizzato a tale scopo, è opportuno individuare fin d’ora una idonea fonte di approvvigionamento sostitutiva dell’acquedotto di Andalo. Tale fonte sostitutiva va ricondotta preferenzialmente al Lago di Molveno, in relazione all’ampia disponibilità della risorsa idrica rispetto ai fabbisogni dell’area sciistica della Paganella”.

Il progetto attuale abbandona l’invaso in quota e l’invaso/bacino diviene il Lago di Molveno dal quale viene direttamente prelevata l’acqua e pompata in Paganella, non più 40.000 ms bensì 210.032 mc. Sul Lago vengono realizzate strutture fisse e mobili e 8 km di interramento di tubazioni.

Tale progetto non è stato oggetto di VIA ma solo di screening: quindi il Comitato per l’Ambiente prima “suggerisce” ipotesi progettuali, queste vengono proposte in modo e con quantità completamente diverse e sfuggono però alla valutazione di VIA.

Tutte le valutazioni fatte nello screening parlano di effetti favorevoli per la stazione sciistica: ma nessuno ha valutato gli effetti sul paese di Molveno che proprio per la situazione depressa del Lago non può proporsi turisticamente, se non per il limitato periodo estivo.

Il prelievo di acqua dal Lago nel periodo invernale produrrà infatti un ulteriore danno ambientale alla “perla naturale” e il paese di Molveno sarà ancora più spettrale. Ma un altro danno sarà ancora più grave: non vi sarà mai il ripristino del lago di Molveno. La legge provinciale 10/2004 prevede la scadenza della concessione Enel sul Lago di Molveno nel 2010 e prevede anche che 5 anni prima debba essere avviato il procedimento di disdetta. La Giunta provinciale deve inoltre valutare, per la medesima concessione, la “non sussistenza di un prevalente interesse pubblico ad un diverso uso delle acque, in tutto o in parte incompatibile con il mantenimento dell’uso a scopo idroelettrico”: è evidente che avvallando la subconcessione di Enel alla società Paganella 2001 SpA si è di fatto deciso che il Lago debba essere nuovamente sfruttato.

Lo sviluppo sostenibile, di cui oggi ci si riempie la bocca senza riflettere sul significato del concetto, viene compromesso: per soddisfare meri bisogni economici - senza la ricerca di soluzioni alternative, senza una riflessione generale sul problema delle acque del Lago, senza riflettere sui limiti dello sviluppo – si stanno compromettendo le capacità delle generazioni future di soddisfare i bisogni di domani. 

Con ciò non si vuole mettere in discussione il ruolo della società impiantistica, ne’ la possibilità di garantirgli le condizioni per assicurare l’innevamento programmato alle piste del proprio demanio sciabile. Resta il fatto che ben prima di assicurare la possibilità di sviluppo del sistema piste-impianti della Paganella si sarebbero dovute valutare attentamente le necessità di ordine idrico, individuando le soluzioni ecologicamente più sostenibili in considerazione del valore straordinario e dell’interesse pubblico sotteso alla presenza ed agli utilizzi della risorsa idrica. Questo percorso non è stato dunque lineare ed ora si cerca di trovare la scorciatoia al problema dell’innevamento artificiale della Paganella, individuando però una strada che è peggiorativa rispetto ad altre possibili soluzioni al problema iniziale. Come dire, che la toppa è peggio del buco! Deve essere chiaro che Molveno, che ha già pagato in misura straordinariamente gravosa il costo dello sviluppo del Trentino, non può sopportare oltre lo sfruttamento del Lago. Inoltre, l’intera popolazione di Molveno deve poter essere adeguatamente informata dei progetti in corso e deve potersi democraticamente esprimere proprio in considerazione del ruolo fondamentale ed insostituibile che il lago svolge per essa.

Tutto quanto premesso

si interroga il Presidente della Giunta provinciale per sapere:

1. se ritiene legittimo avvallare la commercializzazione a scopo di lucro di acqua da parte di Enel, al quale la derivazione è stata concessa per la produzione di energia elettrica, con grave sacrificio di interessi ambientali per il comune rivierasco di Molveno;

2. se ritiene conforme al dettato della LP 10/2004 il rilascio di una subconcessione alla società Paganella 2001 Spa per l’innevamento artificiale, a soli 4 anni dalla scadenza della concessione Enel, finita la quale la legge impone di riconsiderare gli interessi pubblici in gioco. Non ritiene che in questo caso tale valutazione sia stata impropriamente anticipata, in quanto non sarebbe assolutamente credibile un investimento ingente da parte della società Paganella 2001 Spa per soli 4 anni e nemmeno l’intervento provinciale di contribuzione ai sensi della LP 35/88;

3. se ritiene legittimo che il Lago di Molveno, lago naturale sfruttato per la produzione di energia elettrica per sciagurate decisioni degli anni ’50, venga considerato un bacino illimitato al quale si può ricorrere per qualsiasi necessità: produzione energia e innevamento oggi, golf e altro domani e non si debba invece invertire questa logica predatoria delle risorse naturali per avviare un percorso di rinaturalizzazione e considerare invece questi beni alla base del prodotto turistico;

4. se non ritiene necessario che la procedura di VIA debba limitarsi al progetto presentato senza che il Comitato dell’Ambiente assuma il ruolo di progettista/suggeritore delle opere e – in ogni caso – se non ritenga fuori luogo da parte del Comitato per l’Ambiente la fissazione di prescrizioni che costituiscono sostanziali modificazioni dei presupposti e degli elaborati progettuali;

5. se non ritiene comunque che le prescrizioni di progettazione, seppur illegittimamente date in sede di VIA, non debbano essere valutate dal medesimo organo che le ha imposte, in questo caso il Comitato per l’Ambiente, considerato che la prescrizione era riferita ad un prelievo di 40.000 mc, mentre il progetto attuale riguarda 210.000 mc modificando sostanzialmente il bilancio idrico conseguente al prelievo;

6. se non ritiene lacunoso il parere formulato per l’aspetto turistico, sia in relazione alla pratica di realizzazione del bacino a Cima Roda che in quella attuale di screening per il prelevamento dell’acqua dal Lago di Molveno, limitato esclusivamente al completamento del bacino sciistico della Paganella, senza alcuna valutazione per la località di Molveno dove viene ulteriormente svilito il Lago;

7. se non ritiene sia impellente un bilancio di carico turistico della zona, dove prima si avvallano PRG in continua espansione, poi si finanziano impianti di risalita con portate illimitate, poi di conseguenza deve essere ampliato il bacino sciistico, poi ci si accorge che manca l’acqua per il suo innevamento e quindi si incide sul Lago che è la risorsa turistica di Molveno che viene impoverito ulteriormente, dando luogo ad una rincorsa nello sfruttamento dei fattori ambientali dei quali non si vede soluzione;

8. se non ritiene necessario modificare il PGUAP per inserire una norma di valutazione anche per i laghi, come il deflusso minimo vitale per i corsi d’acqua;

9. se, in considerazione di quanto sopra, non ritenga necessario sospendere il procedimento amministrativo per l’autorizzazione al prelievo dal Lago, ricercando soluzioni alternative per l’innevamento artificiale e ricercando soluzioni per la naturalizzazione del Lago di Molveno;

10. se condivida la valutazione che su un tema di così ampia rilevanza per i destini della comunità di Molveno serva uno sforzo straordinario da parte della Provincia e del Comune per informare e coinvolgere l’intera cittadinanza circa scelte che potrebbero determinare in via negativa ogni ulteriore possibilità di sviluppo per la località turistica.

Cons. prov. dott. Roberto Bombarda

 

     

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